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Nel XIII° secolo, la valle dell’Ariège formava ancora un immenso lago chiuso, prima di Tarascon, da una diga naturale. Le sue onde battevano i fianchi del “porto del catarismo”, imponente massiccio montuoso in cui si aprivano moltissime grotte : quelle d’Ussat, d’Ornolac e di Bouan, le grotte di Lombrives, Fontanet, Ramploques, L’eremita e molte altre.
Su queste grotte Gadal concentrò tutta la sua attenzione.
Non aveva solo l’usufrutto della grotta di Lombrives ma anche di numerose altre grotte (sessanta in tutto) nei quattro comuni limitrofi.
Per Gadal, tali grotte, tali rovine a fianco di tali abissi non potevano essere altro se non santuari di un’antichità prodigiosa.
Dalle età più remote, erano state già - ne ebbe la certezza –i centri iniziatici delle prime spiritualità druidiche.
Il Sabarthez servì molto presto d’asilo a questi uomini, riuniti in gruppi animati da un’alta spiritualità e da una grande indipendenza di spirito e che ricercavano il silenzio e la serenità dei monti e dei baratri.
Occorre dire che la valle dell’Ariège- occupata anticamente da un vasto lago –possiede una forma curiosamente svasata che evoca una coppa aperta, un Graal. Questo gigantesco crogiuolo alchemico in cui le correnti telluriche venute dalle profondità della terra si mescolano ai raggi cosmici, ha prodotto, nel corso dei secoli una grande forza d’ispirazione alla quale furono sensibili tutti gli assetati dello Spirito.
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